AZIENDA Agraria Barone Gallelli di Badolato
Tradizione DAL 1589

LA FAMIGLIA


Antica e potente casata feudale originaria Dalmata di Zara, ove i suoi membri sono elencati nel censimento nobiliare del 1283.

Il solo casato calabrese facente attualmente parte della famiglia Pontificia, poiché ricevuti il 25 novembre 2014 col titolo di conti Palatini e baroni di Badolato, nei Parafrenieri Pontifici di Sua Santità, (prestigioso collegio di gentiluomini di anticamera selezionati dalla Prefettura Pontificia, che addetti alle mansioni dell' anticamera di Sua Santità ).

ARMA ANTICA: di rosso, al gallo d'argento, fermo su un monte all'italiana, di verde. ARMA ATTUALE: troncato; nel primo d'oro all'aquila spiegata di nero; nel secondo d'oro alla volpe assalente di rosso, con la testa rivolta verso un gallo dello stesso, fermi su una terrazza erbosa di verde.

I Gallelli vengono elencati tra i più facoltosi già nel censimento nobiliare Zaratino del 1283. Nei secoli si cognominarono con aggiunte e abbreviazioni quali: Gallellus, Gallus, Gallis, Gallello, Galleli e in ultimo Gallelli. In ogni tempo diedero uomini che ricoprirono importanti e prestigiosi incarichi ecclesiastici, giuridici, diplomatici, militari e politici, ed ebbero nei secoli i titoli di nobili di Zara, conti di Pago e Nona, nobili di Stilo, e baroni di Badolato, con annessa Corrija di Badolato, nonchè in ultimo Conti Palatini, o del Sacro Palazzo Lateranense. Vantano numerose e illustri parentele, alcune delle quali di egual tradizione terriera, tra le più note quelle coi marchesi Alemanni di Catanzaro, i principi Ruffo della Scaletta, i nobili de Salazar, i nobili Marincola S. Floro, i duchi Morbilli a Frosolone, i marchesi de Riso, i conti Benso, i baroni Corsi di Turri e Moggio, i principi Cenci Bolognetti di Vicovaro, quest'ultimi due a loro volta imparentati con la Real Casa d' Asburgo-Lorena, i principi Hoenlohe-Bartenstein, i principi de Sangro-Fondi, principi Colonna-Paliano, marchesi Malvezi Campeggi, Sacchetti, principi Barberini, principi Massimo-Lancellotti, ecc. ecc. Alcuni membri di questa stirpe furono influenti ambasciatori di Zara presso la Repubblica di Venezia, altri invece assursero alle cronache di quei luoghi tra i maggior oppositori politici al potere veneto, che si affermò in quei territori indebolendo l' indipendenza economica e politica della Dalmazia, e quindi della nobiltà locale.

Tra gli antenati più conosciuti, Lampridio de Gallellis che il 17 0ttobre 1154 divenne primo arcivescovo di Zara, e poi vescovo, quando il Pontefice Anastasio IV con la bolla "Licet universalis ecclesiae pastor" inalzò la chiesa di Zara al grado di chiesa Metropolitana. Cernye de Merghia Gallellus il 29.3.1294 fu tra i nobili Zaratini presenti al trattato di pace tra la Repubblica Veneziana, e Giorgio I conte di Bribir della stirpe Subic. Vito Gallelli, fu invece esaminatore nel 1317 e giudice nel 1333, ebbe i possedimenti nella zona di Obrovac. Kolan, che nel 1340 ottenne il titolo di conte delle importanti isole di Pago (Pag) e Nona (Nin) strategiche per per l'area, successivamente ricevette da re Ludovico I il feudo nella zona di Kosuevo, con le fonti di acque minerali, territori che il casato amministrò fino alla fine del XVI secolo. Nel 1345 Zara ribellatasi all'occupazione Veneta, venne da questi cinta d'assedio, e il conte Kolan fu uno degli ambasciatori inviati dal consiglio superiore di Zara, al fine di cercare soccorsi, e intavolare quindi un alleanza contro i Veneziani, inizialmente col Vicario Croato Slavonico Dalmato, e successivamente con Ludovico I sua nota conoscenza. Il 15. 12. 1349 il conte Kolan fu tra i nobili che rappresentarono Zara, e che firmarono il noto trattato di pace con la Repubblica Veneziana. Benedetto, conte di Pago e Nona, fu giudice nel 1371 e Rettore nel 1393, nel 1399 venne inoltre eletto nel prestigioso Consiglio Superiore di Zara, ma nel 1411 fu tra i nobili Zaratini accusati di cospirazione e infedeltà  alla Repubblica di Venezia. Franciscus, temuto conte di Pago e Nona (detto il conte nero) venne segnalato al potere Veneto tra i più pericolosi fomentatori armati dell'indipendenza politica Dalmata, e fu il personaggio col quale il casato si trasferì in Calabria alla fine del XVI secolo, per motivi politici. Ivi giunti i Gallelli si stabilirono inizialmente a Stilo, dove vennero censiti tra i nobili di quella città, e quasi subito si spostarono nella vicina Badolato, dove furono titolari di una cappella di Giuspadronato con annessa tomba gentilizia, nella chiesa del venerabile convento di S. Domenico, e dove furono ultimi proprietari del medioevale castello di Badolato. Qui alzarono inoltre monumenti, palazzi, e ville fortificate, sulle quali sovrasta la loro arma.

Il 26 novembre 1658 i Gallelli furono investiti del titolo di baroni dell'importante ed esteso feudo di Badolato, (come retro feudatari dei Ravaschieri), feudo che con la politica espansionistica dei Ruffo, aveva nel tempo egemonizzato anche i paesi di Isca, Santa Caterina, e Sant'Andrea (i così detti casali.)

Con don Luca, primo barone Gallelli di Badolato, il casato amministrò il feudo per ultimo fino all'eversione della feudalità, (1806) usando ab immemorabili sempre il titolo e il trattamento di baroni di Badolato in atti pubblici e privati. Furono feudatari illuminati, migliorarono infatti gli scambi commerciali, e posero in sicurezza le genti e le cose del borgo e del territorio loro concesso, sul quale avevano il diritto di amministrare la giustizia, adunare il popolo, indire i mercati, riscuotere i dazi, accorrere con armati, e ove necessario muovere guerra. Tra gli ultimi discendenti si ricordano: il barone don Giuseppe, n. a Badolato il 5.1.1870 cav. della corona d'Italia, avv. Sindaco di Badolato, stimato latifondista, fondatore e proprietario della banca Gallelli di Badolato, f. del barone Pasquale, e Giovanna Gallelli; sposa a Caulonia il 18. 7.1834 la nobile Marianna Campisi n. a Caulonia il 18.7.1834 da Ilario e Agata Asciutti. Da quest' unione vede la luce il barone don Pasquale n. a Badolato il 27.1.1866-10.09.1946 cav. della corona d'Italia, sindaco di Badolato, stimato latifondista, e ideatore a sue spese nel 1925 dell'avveniristica centrale idroelettrica del Romito, in grado di fornire elettricità a diversi comuni della fascia Ionica, della provincia di Catanzaro, una delle prime del meridione, rimasta di proprietà della famiglia fino al 1973, quando venne espropriata e nazionalizzata dall' E.N.E.L. sp. a Catanzaro la nobile Lucia dei marchesi Alemanni, e baroni di Tiriolo, f. del marchese Michele, e donna Agata Ruffo dei principi della Scaletta. Questi, furono una facoltosa famiglia Catanzarese, originaria di Firenze, ivi presenti con 2 Gonfalonieri e 20 Priori, ricevuta nel S.M.O.M. nel 1441 con Galeazzo. Da quest' unione vede la luce il barone don Giuseppe n. a Badolato il 7.12.1905 latifondista, sp. a Pompei il 25.06.1938 la nobile Trieste Iolanda de Salazar, n. a Catanzaro il 29.2.1916 dal nobile don Giovanni e Carolina Tiriolo. I de Salazar sono il ramo Catanzarese dell'illustre e nobile famiglia dei Salazar y Munatones, originari della Spagna, e precisamente della vecchia Castiglia, giunsero in Italia a seguito del Re d'Aragona nel XVII secolo.

Nei secoli furono ricevuti sei volte nel S.M.O.M. al quale diedero anche un Gran Balì, nella persona di Edoardo Salazar, ammiraglio della Regia flotta nel 1934.

Da quest'unione derivano gli attuali rappresentanti:

1)-Vittorio (29.mar.1939-20 dic. 2016); avvocato, imprenditore agrario, sp. a Roma il 28 feb.1973 la nobile Daniela Benso n. a Torino il 5.mag.1945, figlia del conte Alberto Benso e Gabriella Trevisan.

I Benso, sono un ramo discendnete dal ceppo originariamente giunto dalla germania, e lontani parenti dell’estinto ramo di Cavour.

Figli:

1-a)- Barone Ettore n. a Trieste il 13.08.1973, Parafreniere Pontificio di Sua Santità, (da cui il titolo di conte Palatino), cav. Jure Sanguinis del S.M.O.C. di S. Giorgio (Gran Maestro l'Infante di Spagna); cav. di Malta ad Honorem della Reale Arciconfraternita dei cavalieri di Malta di Catanzaro.

Dr. in Sc. Politiche, con specialistica in diritto nobiliare araldica, e cerimoniale presso la Pontificia Università Regina Apostolorum.

Imprenditore agrario a titolo principale, proprietario di castello Gallelli della tenuta di Pietranera di Badolato, co-fondatore assieme alla moglie del marchio Castello Gallelli-grandi eventi; Presidente fondatore dell'Associazione Storica di Badolato Benedetto Croce, Presidente fondatore del Club Calabrese per la caccia alla volpe a cavallo, della tenuta di Pietranera, Presidente delegato dell'Unione della Nobiltà d'Italia, Presidente delegato del Collegio Araldico Romano-Istituto Araldico Romano.

Con (D.P.R. Del 22 nov. 1999 di agg. il cogn. Meterno Benso); e con Decr. della prefettura di Catanzaro in data 4 maggio 2011 di agg. del cogn. Della nonna paterna la nobile de Salazar, in ottemperanza alla volontà delle famiglie Benso e de Salazar.

Sp. a Roma il 9.6.2007 la Nob. Isabella dei Baroni Corsi di Turri e Moggio, n. a Roma il 27 nov. 1976; imprenditrice, figlia del Barone Stefano n. a Roma il 30.giu.1945 sp. a Roma il 25.ott.1975 Donna Fabiola Cenci Bolognetti dei Principi di Vicovaro, n. a Roma il 7.apr.1954, figlia del Principe Don Paolo Cenci Bolognetti (Guardia nobile Pontificia), e di Giovanna Malvezi Campeggi, dei marchesi di Dozza.

Da quest'unione vede la luce il Nobile Lorenzo Gallelli Benso de Salazar n. a Roma il 26 giu. 2010.

2-b)- Nob. Don Alberto Gallelli Benso, dei B. di Badolato (D.P.R. Del 22 nov. 1999 di agg. il cogn. Meterno Benso); n. a Trieste l'8 novembre 1975, imprenditore, vicepresidente dell'Unione della Nobiltà d'Italia, e del Collegio Araldico Romano-Istituto Araldico Romano -1853, cav. Jure Sanguinis del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio dell'Infante di Spagna.

2)- Sorella: Nob. Donna Lucia, dei B. di Badolato, n. a Catanzaro il 26 ott. 1941, Prof. Fratelli:

3)- Nob. Don Ettore dei B. di Badolato, n. a Catanzaro il lug.1945 dec. il 26.lug.1973.


FONTI


1-Libro d'Oro della Nobiltà Italiana-serie aggiornata (tutte le edizioni).

2-Elenco Ufficiale della Nobiltà Italiana-serie aggiornata (tutte le edizioni).

3-Regio Libro d'Oro della Nobiltà Italiana (tutte le edizioni).

4-Decano Nobiliare Calabrese (tutte le edizioni).

5-Rivista Araldica Calabrese.

6-Rivista Calabrese di caccia alla volpe a cavallo.

7-Annuario della Nobiltà Italiana-casa editrice S.A.G.I. (edizioni 2006-2011-2014).

8-Le Ultime Intestazioni Feudali in Calabria-edizione completa di Mario Pellicano Castagna 2013.

9-Stilo e le sue Nobili Famiglie-edizione completa-F. Von Lobstein-2013.

10-Storia dei Feudi e dei Titoli Nobiliari della Calabria (M. P. Castagna volume 5) 2013.

11-Registro Ufficiale degli Ultimi Feudatari di Badolato-giugno 2013.

12-Storia dei Baroni Gallelli di Badolato (Bruno Russo) -luglio 2013.

13-Elenco dei Titolati Italiani-Accademia Araldica Italiana edizione 2011.

14-Elenco dei Titolati Italiani-Accademia Araldica Italiana edizione 2008.

15-Ruolo Ufficiale dei cav. jure sanguinis del Sacro Militare Ordine Costantiniano di S.Giorgio (2005).

16-Elenco ufficiale delle Reali guardie d’onore dei Savoia 2002.

17-Elenco ufficiale dei cav. di Malta della Reale arciconfraternita di S. Giovanni in Catanzaro 2005.

18-Storia di Badolato medioevale e moderna. Di Antonio Gesualdo, edizioni Frama sud. 1989.

19-Storia di Badolato dal medio evo al 900 di Antonio Gesualdo, edizioni Frama sud. 1986.

20-Storia di Badolato dal 1799 al 1999. di Antonio Gesualdo, 1999.

21-Catasto onciario di Badolato.

22-Elenco Ufficiale dei sindaci dei nobili di Badolato.

23-Rivista Araldica del Collegio Araldico Colonnello Bertini Frassoni 1991.

24-Nobilario Dalmata di Dokozan. Edizione 1988.

25-Archivio Araldico Vallardi.

26-Calabria infeudata di Gustavo Valente. 1996.

27-Modi di produzione dell’azienda agraria dei baroni Gallelli di Badolato, tra 700-800

Di A. Crisafi 1986.

28-Nobiltà e città Calabresi infeudate-Franz von Lobstin. Edizioni frama sud 1982.

29-Le Ultime Intestazioni Feudali in Calabria- di Mario Pellicano Castagna, edizioni Effemme. 1982.

30-Calendario d'Oro

31-Calendario Reale

32-Calendario Pontificio (tutte le edizioni)

33-Libro d'Oro della Nobiltà Pontificia (tutte le edizioni)

34-Ruolo Generale dei Cavalieri di Malta ad Honorem (tutte le edizioni)

35-Libro d’Oro della Nobiltà Melitense (tutte le edizioni)




Famiglia pubblicata sull’Annaurio della Nobiltà Italiana






Famiglia pubblicata anche sul Libro d’Oro della Nobiltà Italiana






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